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Sciacca e le sacre spine
Le sacre spine furono donate al Monastero di Maria Santissima dell'Itria detto dai Saccensi Badia Grande il 31 maggio del 1386 da Eleonora D'Aragona e dal marito Guglielmo II (detto Guglielmone) Peralta Conte di Caltabellotta. Queste spine erano appartenute alla famiglia di El eonora D'Aragona, che le aveva avuto in dota dal Padre Giovanni D'Aragona conosciuto come Giovanni di Randazzo, Duca di Atene e Neopatria figlio di Federico III. Dette relique sono tra le poche al mondo ad avere un'autentica da parte della Santa Chiesa Cattolica, infatti nella bolla redatta il 31 maggio del 1386, l'allora Vescovo di Agrigento, il Mons. Matteo Fugardo, autenticò le reliquie attestandone la veridicità e la certezza, affermando che i sacri aculei sono quelli originali che, nell'anno 34 furono messe sul capo di Cristo, emanando una bolla che integra anche l'approvazione della Santa sede Apostolica con l'allora Papa Urbano IV.
Durante gli anni furono emanate altre quattro bolle di conferma delle reliquie, il 31 dicembre del 1665 ad opera del Vicario Generale Don. Antonio Bicchetti, 24 novembre del 1676 ad opera del Vicario Generale Don. Giuseppe Labiso, nel 1819 in occasione dell'inaugurazione del nuovo reliquiario (che è l'attuale) ove vennero recinti le sacre spine, dall'allora Vescovo Mons. Balbassare Leone, e per ultima la Bolla del 08 settembre 2012 ad opera dell'Arcivescovo Metropolita di Agrigento Mons. Francesco Montenegro. Come detto sopra, i sacri aculei che si trovano a Sciacca, furono donate da Eleonora D'Aragona, ora vi accenno come arrivarono i sacri aculei fino nelle mani di Eleonora e a Sciacca. La Corona di spine storicamente era conservata a Gerusalemme fino alla fine dell'anno mille, dopo questa data, il serto di spine fu portato a Costantinopoli per ragioni di Sicurezza, visto che a Gerusalemme vi erano diverse incursioni da parte degli arabi musulmani. Dall'anno mille fino al 1238 la sacra corona si trovava custodita a Costantinopoli, l'attuale Istanbul, fino a quando il Re Baldovino II contrasse un debito con i banchieri veneziani, che come garanzia vollero inserita in caso di mancato pagamento la Corona di Spine. Baldovino al termine del prestito non potè pagare il debito contratto con i veneziani, ma in suo aiuto venne Luigi IX e la famiglia reale francese, che pagarono il debito ai veneziani e, acquistarono la Sacra corona di spine da Baldovino II. Il 19 agosto del 1239 la sacra corona fu portata a Parigi (oggi il serto senza spine si trova conservato presso la Cattedrale di Notre Dame.
Tra fratelli di Luigi IV, c'era Carlo I D'Angiò. Essendo che i soldi per acquistare la corona furono sborsate da tutta la famiglia reale francese, molti aculei furono staccati dalla corona e divise tra i fratelli di Luigi IV, quindi, alcuni aculei passarono a Carlo I Re di Napoli e Sicilia. Alla morte di Carlo I, subentro il figlio Carlo II detto lo Zoppo, che ebbe 14 figli tra le quali Eleonora D'Angiò che fu data in sposa a Federico III diventando Regina di Sicilia.Eleonora D'Angiò storicamente si sa che sia stata in possesso di alcuni aculei, di cui una sacra spina venne donata dalla stessa Regina di Sicilia al convento di San Francesco a Catania. Eleonora e Federico ebbero otto (chi dice nove)figli tra cui Giovanni Di Randazzo (o di Sicilia o Di Aragona), che fu per diversi anni fu reggente della corona di Sicilia (Re di Sicilia) per la minore età del nipote Ludovico.
Giovanni Di Randazzo (o di Sicilia) ebbe in dote dai suoi genitori le sacre spine che, alla sua morte passarono alla Figlia Eleonora D'Aragona, che fu quella che, donò insieme al Marito Guglielmone Peralta il 31 maggio del 1386 i sacri aculei al monastero di Maria Santissima dell'Itria conosciuto come la badia grande di Sciacca. Gli storici di sacre spine affermano che, gli aculei più accettabili e veritieri sono quelle che in Italia sono state date in donazione dai D'angiò, tra cui, si annoverano quelle di Sciacca. Oggi i le sacre spine si trovano custoditi presso la chiesa di San Michele Arcangelo, nella parte alta di Sciacca.
(estratto dal libro Sciacca e le sacre spine)
Sciacca da Sapere
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